Ho sempre provato grande ammirazione per Concita De Gregorio, per il suo modo di essere donna. E’ una grande professionista, non ha rinunciato alla sua carriera, ha avuto ben 4 figli e non ultimo adoro come scrive. Ho pianto leggendo ‘Mi sa che fuori è primavera’; riso con ‘Cosa pensano le ragazze’ e commossa con ‘Una madre lo sa’.
Ma l’ammirazione che ho provato nella lettura del suo articolo di ieri su Repubblica, forse è ancora maggiore, perché tratta argomento che mi è caro, che condivido, e che bisogna assolutamente considerare: i bambini nell’isolamento. La mia seienne ha un colorito ceruleo, occhiaie da alcolista, è dimagrita. Le manca la sua Tata, gli amici, la scuola. Vorrebbe andare al parco, correre, giocare. Non ce la fa più. “Era meglio essere cani che bambini in quella Primavera”.