Tutte le volte che si consuma il rito delle pagelle parti contento torni “sfatto”. Non mi riferisco allo slalom che devi fare per evitare le mamme da competizione che ti guardano con la pagella aperta e con uno sguardo che dice “come sono stata brava grazie a me, mio figlio ha tutti 10” ma per il caldo.
Perché si, le scuole italiane quando arriva l’estate rendono ancora più evidenti lo stato in cui vertono. Uno stato drammatico. Da 5 anni vedo le stesse scene in cui io per prima sono attrice protagonista. Ti avvii verso la scuola contenta per quello che vai a fare. Mentre percorri la strada, già incominci a passare dal sorriso alla smorfia di “oddio che caldo”. Varchi l’ingresso scolastico e già ti senti mancare. Neanche flebo di polase potrebbero salvarti.
Dopodiché arrivi alla classe. Vedi la coda, vorresti svenire. Troppo caldo per tutti. Nessuno fiata per non perdere energie.
Più aspetti più vorresti scappare, ma sai che non ti sarebbe perdonato dalle figlie. Loro, la pagella la vogliono, niente le ferma. Resisti. Intanto sudi. Avevi appena fatto la doccia, ma l’effetto è svanito. Controlli la maglietta, ancora non è pezzata. “Meno male – pensi – sennò con le maestre mi sentirei a disagio”. Finalmente entri. Provata. Due minuti in cui neanche capisci bene cosa ti dicono. Le maestre tra l’altro è già tanto che riescono ancora dirtele quelle due parole, perché loro sono evidentemente accaldate e prossime alla combustione. Finalmente vedi l’uscita: i 38 gradi esterni ti sembrano una passeggiata rispetto ai 50 interni e pensi “anche per quest’anno è andata”. W la “SQUOLA”.
2018-01-08