Sapevo che mi sarebbe piaciuto. Era un libro fortemente consigliato da una persona speciale (mia sorella). Ma non immaginavo così tanto. Ora dopo averlo finito in tre giorni, mi sento già “orfana” di Marta nella corrente.  La storia è quella di una bambina, Marta, che a soli sette anni, a causa di un incidente stradale, perde la mamma che è anche tutto il suo mondo poiché lei un papà non l’ha mai avuto: così ha inizio la vicenda che, pagina dopo pagina, si rivela sofferta e toccante. Con la morte della mamma se ne va via anche la voce di Marta: lei non vuole piùContinua a leggere…

Complice due giorni con lunghi tragitti in metro, sono riuscita a leggere in tempo record “Riparare i viventi” di Maylis de Kerangal. Un libro forte, bellissimo, che non si dimentica. Una storia che parla della vita attraverso la morte. Cos’è la vita? È solo il corpo che possiamo vedere, toccare (quel corpo in cui un cuore può continuare a battere attaccato a una macchina anche quando della persona non rimane niente), un insieme di organi che lavorano senza sosta, o c’è dell’altro? Cosa ci rende vivi, se il cuore che era di Simon, che batteva per lui e insieme a lui può ridare la vitaContinua a leggere…

Il mio 8 marzo lo dedico alle protagoniste del libro Algoritmi indiani. Per i miei standard, è stata una lettura a rilento, non perché non fosse avvincente, ma perché era troppo ricca di emozioni. Ogni storia di questo libro va metabolizzata, e non si può leggere tutto d’un fiato.  Dell’India si è detto e scritto molto. Quello che in questo libro colpisce è il contrasto tra le nuove generazioni, i figli che hanno studiato e che tendono quindi a “occidentalizzarsi” e invece le loro madri, che rimangono ancorate a tradizioni e a vissuti che non riescono a gettarsi alle spalle. La storia si svolge nell’arcoContinua a leggere…