Complice due giorni con lunghi tragitti in metro, sono riuscita a leggere in tempo record “Riparare i viventi” di Maylis de Kerangal. Un libro forte, bellissimo, che non si dimentica. Una storia che parla della vita attraverso la morte. Cos’è la vita? È solo il corpo che possiamo vedere, toccare (quel corpo in cui un cuore può continuare a battere attaccato a una macchina anche quando della persona non rimane niente), un insieme di organi che lavorano senza sosta, o c’è dell’altro? Cosa ci rende vivi, se il cuore che era di Simon, che batteva per lui e insieme a lui può ridare la vitaContinua a leggere…

Il mio 8 marzo lo dedico alle protagoniste del libro Algoritmi indiani. Per i miei standard, è stata una lettura a rilento, non perché non fosse avvincente, ma perché era troppo ricca di emozioni. Ogni storia di questo libro va metabolizzata, e non si può leggere tutto d’un fiato.  Dell’India si è detto e scritto molto. Quello che in questo libro colpisce è il contrasto tra le nuove generazioni, i figli che hanno studiato e che tendono quindi a “occidentalizzarsi” e invece le loro madri, che rimangono ancorate a tradizioni e a vissuti che non riescono a gettarsi alle spalle. La storia si svolge nell’arcoContinua a leggere…

Questo libro la prima volta lo lessi diversi anni fa. E mi piacque molto per la scrittura sublime e il suo stile impeccabile.  Una storia ambientata nel 1940. Il protagonista Henrik è un vecchio generale dell’impero austro-ungarico che vive lontano da tutto nel suo castello, isolato per volontà dal mondo da cui si è ritirato. Un giorno riceve una lettera dal suo amico di gioventù, praticamente un fratello, Konrad, che viene a fargli visita. Sono passati quarantuno anni dal loro ultimo incontro, vissuti in attesa di questo momento. E’ un racconto di altri tempi, che parla di grandi valori,  secondo codici cavallereschi. Amore, amicizia, forse traditi,Continua a leggere…